Critica di Jago
Per comprendere l’opera di Andrea Bianco bisogna essere Andrea Bianco.
Da scultore, debbo a lui il fatto di avermi ricordato che fare scultura vuol dire vedere attraverso il tatto, usando le mani per aderire alla realtà e l’immaginazione per andare oltre.
Le sue donne in ceramica meriterebbero di essere toccate o quanto meno sfiorate, come lo stesso Andrea fa ogni volta che ne realizza una.
Vederlo lavorare è magnifico perché ogni gesto è studiato, ogni tocco ragionato, nulla è lasciato al caso e il risultato sono forme semplicemente vive.
Andrea racconta le sue opere con parole semplici perché sa benissimo che non c’è nulla da aggiungere. Egli toglie il superfluo e dice il necessario.
Vorrei poter parlare degli odori dei suoi legni, raccontare il suono delle sgorbie, descrivere la morbidezza delle argille e la sensualità delle ceramiche, ma sarebbe comunque povera la mia descrizione rispetto all’esperienza diretta che auguro a chiunque possa leggere queste poche ma sincere parole.
Jago
Scultore e artista